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Allenamenti

25/11/2025

10 K

TEST DEI 10.000 METRI — PERCHÉ È FONDAMENTALE PER OGNI ATLETA IBRIDO Nel percorso di crescita dell’Asia Warriors Team, il test dei 10.000 metri rappresenta uno degli appuntamenti più importanti dell’anno. Non è “solo una corsa”: è una verifica, una misurazione, un punto di riferimento attorno al quale costruiamo tutta la programmazione di forza e resistenza dei mesi successivi. È il momento in cui mettiamo insieme tecnica, metodo, strategia, integrazione, gestione dello sforzo e ascolto del corpo. Un test che vale per tutti — a prescindere dall’età — perché il cronometro non giudica… misura. PERCHÉ I 10.000 METRI SONO COSÌ IMPORTANTI 1. PERCHÉ DEFINISCONO LO “STATO DI FORMA REALE” I 10 km corsi bene rappresentano il miglior compromesso tra: * resistenza, * capacità di sostenere un ritmo di soglia, * efficienza di corsa, * gestione mentale dello sforzo. Si tratta della distanza in cui l’atleta ibrido (forza + resistenza) può esprimere il massimo equilibrio tra le due qualità. 2. PERCHÉ SONO SCIENTIFICAMENTE AFFIDABILI I test sui 10.000 metri sono tra i più utilizzati nella metodologia moderna per stimare: * soglia lattacida, * VO₂max stimato, * ritmo gara sostenibile, * stato di freschezza/metabolismo, * capacità di costruire progressione. La distanza è abbastanza lunga da “dire la verità”, ma non così lunga da essere influenzata da variabili troppo complesse come una mezza maratona. 3. PERCHÉ SONO PERFETTI PER UN ATLETA IBRIDO Come Asia Warriors Team, la nostra filosofia è chiara: essere forti, resistenti, agili e completi tutto l’anno. I 10 km riassumono questo concetto: * la forza costruita al Lab permette stabilità e spinta; * il lavoro aerobico crea base; * il lavoro di qualità (Fartlek, salite, variazioni) sviluppa velocità controllata. Il test ci dice se stiamo bilanciando tutto in modo efficace. IL MOMENTO PERFETTO PER FARLO: ORA I migliori test sui 10.000 si ottengono con temperature comprese tra 8°C e 12°C. Quasi tutti i Personal Best mondiali e amatoriali avvengono in questo range. Perché? * meno rischio di surriscaldamento, * migliore rendimento cardiaco, * più stabilità nella gestione del ritmo, * percezione dello sforzo più bassa. Siamo a inizio dicembre, nel pieno della finestra ideale. COME AFFRONTEREMO IL TEST DEI 10.000 METRI 1. RISCALDAMENTO DI QUALITÀ 10 minuti di corsa in progressione (Z1 → Z2). Poi 5 minuti di respirazione controllata + attivazione dinamica (salti, mobilità, skip leggero). Il riscaldamento è un acceleratore di performance, non un dettaglio secondario. 2. STRATEGIA DEI PRIMI 5 KM La regola è una sola: non bruciarsi. Imposteremo il ritmo basandoci su: * ultimo test, * stima di Garmin, * sensazioni CONSERVATIVE. Primi 5 km: * ritmo costante, * controllo tecnico, * economia di corsa, * respirazione stabile. Questa è la base che decide tutto. 3. NUTRIZIONE DURANTE IL TEST Concetto chiave: A ritmo soglia utilizzi principalmente glucosio. Se non integri → “muro”. Per evitarlo: ➡️ dopo i primi 5 km, assumere 20-30 g di carboidrati (gel a rapida assimilazione). Ti mantiene lucido, ti dà spinta mentale, evita cali improvvisi. 4. SECONDI 5 KM: PROGRESSIONE Qui si decide il test. Negli ultimi 5000 metri: * incrementare gradualmente, * rimanere tecnici, * entrare nel ritmo gara alto, * spingere con lucidità. Il test si chiude forte ma non caotico. 5. DEFATICAMENTO Subito dopo: * 5 minuti di jogging leggero, * stretching dei principali distretti. L’obiettivo è riportare il corpo in ordine senza stress. 6. RESPIRAZIONE E RECUPERO Il test porta la FC molto in alto. Per questo la sessione si conclude a casa con: ➡️ 3–5 minuti di respirazione diaframmatica profonda I dati su Garmin confermano: * crollo dello stress, * miglior recupero, * adattamento più efficiente. L’USO INTELLIGENTE DELLA TECNOLOGIA Quello che stiamo facendo non è teoria. È ciò che ho testato su me stesso per tutta la stagione e al Triathlon Olimpico d'Iseo ho corso i 10000 in 45:16 dopo nuoto e corsa poco sopra la previsione Garmin, Il segreto? Tecnica + programmazione + tecnologia. Uno smartwatch usato bene: * non è un accessorio, * è un alleato, * è un moltiplicatore di performance. Quando lo porti sempre al polso, quando i dati sono coerenti, Garmin diventa incredibilmente preciso, soprattutto nelle: * previsioni ritmo gara, * stima soglia, * valutazioni carico/recupero. Garmin non dice sciocchezze. Dice solo la verità… se gli dai i dati giusti. PERCHÉ IL TEST DEI 10K È ANCHE UN TEST MENTALE Perché ti costringe a: * rispettare un ritmo, * non strafare, * avere disciplina, * controllare la tensione, * gestire l’adrenalina, * correre con la testa tanto quanto con le gambe. Ci allena a essere ciò che vogliamo essere: atleti ibridi completi, capaci di forza e resistenza, tecnica e strategia. IL TEST NON È SOLO UNA PROVA: È UN PUNTO DI PARTENZA Il risultato non va “giudicato”, va interpretato. Se esce bene → costruiamo sopra. Se esce meno bene → capiamo perché e sistemiamo. In entrambi i casi… è un successo. Ci darà: * le zone corrette per i prossimi allenamenti, * i ritmi da usare nelle variazioni, * la soglia più precisa, * la base della preparazione invernale. Da qui parte tutto. CONCLUSIONE Che tu sia un guerriero esperto o un atleta in crescita, il test dei 10.000 è un punto fermo della stagione. È onesto, diretto, meritocratico. Non guarda l’età, guarda il lavoro svolto. È il nostro modo di misurare chi stiamo diventando. Io ci sono. E per chi vuole davvero provarci, farò del mio meglio per portarvi al vostro picco, uno per uno. Run Like a Bullet, Run Like a Warrior.

Allenamenti

04/11/2025

Fartlek

FARTLEK — IL GIOCO DELLA VELOCITÀ Il termine “Fartlek” deriva dallo svedese e significa letteralmente “gioco di velocità”. È una delle tecniche di allenamento più affascinanti e versatili nella storia della corsa, introdotta negli anni ’30 dal coach svedese Gösta Holmér, per migliorare le prestazioni dei fondisti e dei crossisti. L’idea era semplice, ma rivoluzionaria: allenare contemporaneamente velocità e resistenza, alternando tratti veloci e lenti, in un’unica sessione continua. Da allora, il Fartlek è diventato un pilastro dell’allenamento di ogni runner, dal principiante fino al maratoneta d’élite. Il Fartlek si basa su una variazione costante dell’intensità, del ritmo e dei tempi di recupero. Non esistono schemi rigidi: ogni atleta può adattarlo alle proprie sensazioni, al terreno e agli obiettivi. Si alternano fasi di spinta (veloce) e fasi di recupero attivo, senza mai fermarsi completamente. Il recupero, infatti, è rigorosamente attivo: si riduce l’intensità, ma si continua a correre. È un allenamento “vivo”, dinamico, in cui il corpo e la mente imparano a dialogare con lo sforzo. Il ritmo varia, il respiro cambia, ma la corsa non si ferma mai. PERCHÉ INSERIRE IL FARTLEK NELLA PROGRAMMAZIONE Nel nostro percorso  Asia Warriors Team Run Like a Bullet, il Fartlek trova spazio come mezzo di allenamento mirato per sviluppare: * Capacità aerobica e anaerobica (migliora la soglia lattacida) * Efficienza neuromuscolare (stimola il reclutamento di fibre rapide e lente) * Capacità di gestione del ritmo (fondamentale in gara e negli allenamenti lunghi) * Adattabilità mentale, imparando a reagire ai cambi di ritmo e di fatica Questo tipo di lavoro prepara l’atleta non solo dal punto di vista fisiologico, ma anche mentale, aiutandolo a gestire l’intensità, il controllo e la consapevolezza del proprio passo. IL NOSTRO FARTLEK DI OGGI In questa sessione, abbiamo scelto di privilegiare una intensità blanda all’interno delle variazioni di ritmo, mantenendo poi un ritmo aerobico costante di 5’ al termine di ogni blocco. Un equilibrio perfetto tra spinta e controllo, per allenare il cuore e la mente senza mai arrivare al limite. Il risultato? Un lavoro che sviluppa la resistenza alla fatica, la capacità di recuperare correndo, e di saper dosare l’intensità in funzione delle proprie sensazioni. RISCALDAMENTO 15' in progressione da Z1-> Z2 AGGIUNGI QUALCHE ALLUNGO E QUALCHE ESERCITAZIONE TECNICA ALLA FINE DEI 15'. PRIMA DI SFORZI INTENSI SAREBBE SEMPRE UN BENE RISCALDARSI ADEGUATAMENTE. Lavoro RIPETERE 4 VOLTE Zone Passo : 10" forte Z6 + 50" piano Z1 20" forte Z6 + 40" piano Z1 30" forte Z6 + 30" piano Z1 5' Aerobici in Z2 DEFATICAMENTO 10' aerobici facile Nel nostro metodo, il Fartlek non è solo un allenamento: è una metafora del percorso sportivo. C’è una parte in cui si accelera, un’altra in cui si respira, ma l’importante è non fermarsi mai. “La velocità non è solo nei piedi, ma nella testa. È la capacità di adattarsi, cambiare ritmo e continuare a spingere anche quando il corpo dice di no.”

Eventi

02/11/2025

Roma 21k

🏛️ ROMA21K – LA CORSA NELLA STORIA La mezza maratona di Roma è una di quelle gare che profumano di storia, di passione e di Colosseo. Un percorso che attraversa il cuore della città eterna, e tra i tanti atleti ai nastri di partenza c’era anche il nostro Rosario “Boxer”, pronto a lasciare il segno. Partito nella terza wave, in mezzo a migliaia di runner, Rosario aveva un solo pensiero prima del via: “Spero di riuscire a trovare il mio ritmo, senza troppa ressa.” E così è stato. L’organizzazione impeccabile ha permesso a tutti di correre fluidamente, e Rosario — con il suo spirito da fighter — ha saputo gestire gara e ritmo in modo perfetto. Tempo ufficiale: 1h41’49’’. Un passo costante, una cadenza precisa, una gestione di gara da vero atleta. Rosario è da sempre un grande sportivo e, come tanti di noi, è tornato a cavalcare l’onda della corsa. Il 2025 sta diventando l’anno in cui molti di noi stanno riscoprendo il piacere del running, e Rosario ne è l’esempio perfetto. Ogni gara insegna qualcosa. Questa 21K ha lasciato a Rosario entusiasmo e la consapevolezza di poter migliorare ancora — soprattutto nella fase di alimentazione e integrazione, aspetti che ora sa gestire con maggiore precisione. La prossima volta lo vedremo di nuovo ai nastri di partenza della Mezza di Roma, con un obiettivo chiaro: migliorare il suo crono. Perché è così che si cresce: un passo, una gara, una stagione alla volta. “L’età avanza, ma con lei cresce anche l’esperienza. E con l’esperienza, la voglia di superarsi non si spegne mai.”

Eventi

02/11/2025

Il Picco Prestazionale

IL PICCO PRESTAZIONALE: QUANDO TUTTO SI INCASTRA Esiste un periodo dell’anno in cui tutti i tasselli si incastrano alla perfezione: la preparazione, il recupero, l’adattamento è la fase agonistica. È quel momento in cui il corpo risponde, la mente è lucida e ogni sforzo trova il suo senso. Si chiama picco prestazionale. Per la mia stagione 2025, il picco era programmato per settembre, e così è stato. La gara di avvicinamento all’Elbaman è stata il Triathlon Olimpico di Iseo, dove — nella frazione di corsa — ho centrato l’obiettivo: correre i 10 km al mio passo ideale attuale, mantenendo un ritmo di 4:50/km, con ancora energie da spendere. Una gara veloce, tirata, che mi ha lasciato addosso la voglia di continuare a correre. Oggi è il 2 novembre, e come tanti ho seguito la Maratona di New York. Una gara leggendaria, vinta in volata da Kipruto su un altro K runner appena nove millesimi di differenza: due ore e nove minuti per coprire 42 km. Tempi di un altro pianeta. Ma la riflessione va oltre la prestazione. Mai come quest’anno la corsa ha avuto un’esplosione mondiale. C’è un ritorno naturale al gesto più antico, più puro, più umano che esista: correre. Correre è libertà, ma anche disciplina. Serve metodo, progressione e rispetto per il proprio corpo. Chi si allena con costanza deve imparare a gestire i ritmi, ad ascoltarsi e a evitare gli infortuni. Solo così si costruisce la vera resistenza, quella che non si misura in chilometri ma in equilibrio tra mente e corpo. Gli atleti d’élite, come i runners della maratona di New York, preparano l’intera stagione annuale con un solo obiettivo: raggiungere il picco prestazionale in quella data precisa, in quella gara, in quel momento , alcuni nella stessa stagione più momenti. Ecco, noi amatori dobbiamo fare lo stesso ma semmai, sarebbe saggio, un unico momento! Con cronometri diversi, certo, ma con la stessa mentalità. Creare i nostri obiettivi, programmare le tappe, rispettare i tempi. Non ci serve correre a 3'/km per sentirci atleti: ci serve la stessa dedizione però. Non per vincere contro gli altri, ma per vincere contro noi stessi.

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