02/11/2025 , Pubblicato da Coach Maddaloni

Eventi

Il Picco Prestazionale

quando tutto si incastra

Il picco prestazionale: quando tutto si incastra

Esiste un periodo dell’anno in cui tutti i tasselli si incastrano alla perfezione:

la preparazione, il recupero, l’adattamento è la fase agonistica.

È quel momento in cui il corpo risponde, la mente è lucida e ogni sforzo trova il suo senso.

Si chiama picco prestazionale.

Per la mia stagione 2025, il picco era programmato per settembre, e così è stato.

La gara di avvicinamento all’Elbaman è stata il Triathlon Olimpico di Iseo, dove — nella frazione di corsa — ho centrato l’obiettivo:

correre i 10 km al mio passo ideale attuale, mantenendo un ritmo di 4:50/km, con ancora energie da spendere.

Una gara veloce, tirata, che mi ha lasciato addosso la voglia di continuare a correre.

Oggi è il 2 novembre, e come tanti ho seguito la Maratona di New York.

Una gara leggendaria, vinta in volata da Kipruto su un altro K runner appena nove millesimi di differenza:

due ore e nove minuti per coprire 42 km.

Tempi di un altro pianeta.

Ma la riflessione va oltre la prestazione.

Mai come quest’anno la corsa ha avuto un’esplosione mondiale.

C’è un ritorno naturale al gesto più antico, più puro, più umano che esista: correre.

Correre è libertà, ma anche disciplina.

Serve metodo, progressione e rispetto per il proprio corpo.

Chi si allena con costanza deve imparare a gestire i ritmi, ad ascoltarsi e a evitare gli infortuni.

Solo così si costruisce la vera resistenza, quella che non si misura in chilometri ma in equilibrio tra mente e corpo.

Gli atleti d’élite, come i runners della maratona di New York,

preparano l’intera stagione annuale con un solo obiettivo:

raggiungere il picco prestazionale in quella data precisa,

in quella gara, in quel momento , alcuni nella stessa stagione più momenti.

Ecco, noi amatori dobbiamo fare lo stesso ma semmai, sarebbe saggio, un unico momento!

Con cronometri diversi, certo, ma con la stessa mentalità.

Creare i nostri obiettivi, programmare le tappe, rispettare i tempi.

Non ci serve correre a 3'/km per sentirci atleti:

ci serve la stessa dedizione però.


Non per vincere contro gli altri, ma per vincere contro noi stessi.


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